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Il Castello di Milazzo dalle origini ad oggi

Il Castello di Milazzo, monumento Nazionale, con una superficie di oltre 7 ettari di cui 12.070 coperti da fabbricati svetta sul paesaggio della Città del Capo alla sommità dell’antico “Borgo”. Le prime e rudimentali fortificazioni sono databili alla seconda età della pietra: neolitico (4000 a.C. circa). Più tardi con i primi colonizzatori greci (VIII –VII sec a.C.) questo modesto agglomerato prese corpo e si accrebbe di ruolo e di importanza, essendosi costituita l’Acropoli o “città fortificata”. Ma si deve arrivare al periodo romano-bizantino per avere il successivo “castrum”.

Nell’843 gli Arabi danno vita al primo nucleo che rappresenta ancora oggi la parte più antica del Castello, nucleo costruito sulle rovine greche, romane e bizantine. Quindi i Normanni e gli Svevi edificarono nuove strutture, mentre gli Aragonesi ne adeguarono l’impianto difensivo, ed infine gli Spagnoli lo circondarono di una poderosa cinta bastionata conferendogli la forma di “cittadella”. Da allora il Castello ha assunto la forma definitiva che ancor oggi possiamo vedere. Essa inizia, per ovvie ragioni dalla parte bassa, che è la prima raggiungibile dalla cinta muraria rinascimentale, opera ultima, per giungere via via alla parte più antica che ne rappresenta il cuore.

La prima opera che appare è l’imponente Cinta Spagnola il cui ingresso principale si apre sotto il Baluardo di S. Maria, del quale sono visibili alcune strutture superstiti dell’antica chiesa omonima del 1527 (tra cui l’arco di trionfo) abbattuta nel 1568 per la costruzione del bastione. L’ingresso era denominato “delle tre porte” perché tante chiudevano tale accesso alla fortezza appena varcato il ponte levatoio. Il primo arco di porta è degli ultimi anni del 700; La porta successiva che si apre nelle alte mura ara sbarrata da un ponte levatoio gettato su un fossato asciutto. In alto si repertano le caditoie o piombatoi che permettevano ai difensori il getto di vari materiali.

La Cittadella o Città Murata fu dimora delle magistrature. Difesa da Sud Ovest a Nord Ovest dalle poderose mura spagnole con imponenti baluardi di S. Maria e delle Isole. La costruzione di questa cinta fu iniziata nel 1529, sotto l’imperatore Carlo V di Spagna, dal vice re di Sicilia duca Ettore Pignatelli, ed ultimata attorno al 1575. Ulteriormente rimaneggiata da Suarez de Figuerosa, duca di Feria. Si compone di due robuste muraglie parallele e discoste unite da una grande volta a botte. Al suo interno furono ricavate cisterne, magazzini, stalle, locali adibite a carceri ed accessi di numerosi passaggi o camminamenti sotterranei. Essa presenta merloni, piombatoi, casamatte per il basso ed il tiro incrociato dei cannoni. Tale opera costituisce l’esempio più importante ed eclatante dell’arte fortificatoria in Sicilia.

Dei numerosi edifici che si trovano nell’ambito delle mura della cittadella, oggi è possibile ammirare il Duomo Antico ed i resti del Palazzo dei Giurati, entrambi restaurati. La costruzione del Duomo fu intrapresa nel 1608 su disegni di Camillo Camillani, fiorentino della Scuola del Michelangelo, in sostituzione della Chiesa di S. Maria, di proprietà della Città, abbattuta nel 1568 per consentire la costruzione delle mura della Cinta Spagnola. 

Il Palazzo dei Giurati (Monastero Benedettino)

Tra il Duomo e il Castello sorge il Monastero  Benedettino meglio conosciuto come Palazzo dei Giurati, sede dell’antico Senato della città. Costruito quale sede delle civiche magistrature nel primo ventennio del ‘300, è segnato da una cordonatura mediana avvolgente (cornice marcapiano) e da paraste in pietra bianca. Ampliato, sul lato nord-est, da un piccolo corpo quattrocentesco, tra il 1616 ed 1637 fu suturato diventandone parte integrante con la considerevole costruzione del Monastero benedettino.

Il Monastero Benedettino si apriva sul precipite che guarda Capo Milazzo con ampio spazio rettangolare ed il chiostro realizzato su due livelli. A seguito di questa complessa edificazione l’antico Palazzo dei Giurati, venne trasformato nell’aula della nuova chiesa del Salvatore con abside quadrangolare verso occidente, maestoso arco di trionfo a tutto sesto in conci squadrati e con le due finestre gotiche di levante (crollate nel 1977) a conferire luce frontale all’altare.

Con il trasferimento del Monastero Benedettino nel sottostante Borgo (1755) l’intera costruzione fu ristrutturata, l’arco di trionfo murato e tutti i locali furono destinati quale nuova sede municipale.
Dopo il 1801, anno in cui i civici magistrati si trasferirono nella città bassa, tale edificio venne abbandonato al degrado ed alle devastazioni. Dopo un restauro di circa tre anni nell’estate del 2012 è stato inaugurato al pubblico ed è stato sede di varie manifestazioni.

                                                                                  Prima                                                              Dopo     

                                                                                                                     

Il Mastio

 

Il castello arabo-normanno fu oggetto di lavori di fortificazione (1240) sotto la direzione di Riccardo da Lentini, cui si devono le opere di architettura militare dell’epoca di Federico II. La parte residenziale, adiacente al mastio, risale proprio all’epoca federiciana. L’accesso al “mastio” è permesso da un’unica porta ad arco ogivale cordonato da pietra lavica. E entrati nell’ampio cortile della costruzione sveva (sotto il quale fu ricavata una grandissima cisterna per consentire l’approvvigionamento idrico) si ha una visione centrica e completa dell’interno del Castello formato da un grande ed irregolare trapezio chiuso e difeso ai vertici da quattro robuste torri quadrangolari affiancata da altre tre più moderne torri mediane. L’intero fabbricato del mastio, modificato ripetutamente, conserva tra i superstiti elementi architettonici del XIII, XV e XVI secolo, la storica sala del “Parlamento”; è il più grande ambiante del Castello. In questa sala si trova un grandissimo camino, uno dei più grandi d’Europa.

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