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La Metallurgica Sicula

Impiantata nel 1950, la Metallurgica Sicula avviò l’attività nel 1952 producendo casalinghi smaltati e zincati. Altre lavorazioni furono introdotte successivamente, infatti, nel 1958 ebbe inizio la zincatura conto terzi e, dal 1967, la lavorazione di  profilati in acciaio. La Metallurgica Sicula era controllata dalla famiglia Western.
Nei suoi impianti si producevano svariati oggetti di uso domestico che impegnavano tutta la produzione dello stabilimento. Si produceva una vasta gamma di stoviglie smaltate tutte realizzate in lamierino, pentole, casseruole, insalatiere, tazze, bicchieri ecc. In lamierino smaltato erano  prodotti i vasi sia da notte che da comodo.

Il processo che portava alla produzione dei casalinghi in lamierino smaltato si suddivideva in nove fasi. Le tre prime frasi si svolgeva nel reparto Trance-Presse-Torni, qui la lamiera veniva tagliata in dischi di varie dimensioni dandole la prima forma grezza. Quindi passava al tornio dove la forma veniva irrobustita e sagomata. Si passava alle fasi successive, decapaggio, saldatura e smaltatura. I pezzi venivano posti in forno per la cottura dello smalto e successivamente andavano al controllo qualità imballati e spediti.

                           

                                                             

Oltre ai casalinghi smaltati la Metallurgica produceva zincati come le diverse bagnarole (mastelli e vasche tonde ed ovali) secchie, innaffiatoi e le palette usate per la raccolta dei rifiuti. Le fasi della produzione di questi oggetti era simile a quella descritta precedentemente solamente che i pezzi venivano zincati invece che smaltati e passati nei forni.

                                     

                                                                                                            

Venivano ancora prodotti le cassette scaricatrice WC smaltate, tubi zincati per l’irrigazione, secchie per muratori, la cui produzione fu avviata intorno al 1955.
Sia i casalinghi smaltati che quelli zincati erano destinati all’intero territorio nazionale. Da ricordare anche che la Metallurgica fu il primo stabilimento industriale di Milazzo ad assumere manodopera femminile.

Tormentata da continue crisi occupazionali e frequenti agitazioni sindacali, l’attività produttiva dell’azienda cominciò a vacillare alla metà degli anni settanta. Nell’Ottobre del 1974 l’azienda metteva in cassa integrazione a zero ore gli operai dei reparti torni-trance-presse e magazzino scelta ed imballo causa crisi dovuta alla concorrenza dell’Est Europeo.
La situazione si aggravò il 25 marzo del 1975 quando furono licenziati in tronco 88 dipendenti del settore stoviglie smaltate numero che sarebbe salito ad 109 il mese successivo.

Fu un susseguirsi di manifestazione come quella celebrata il giorno di Pasqua del 1975, ma la situazione non migliorò. Fu costituita una società per azioni “Metallurgica e Tubicio Tirreno” conosciuta come METT., ma fu un susseguirsi di salvataggi mai attuati e dalla costante messa in cassa integrazione degli operai che durò sino a pochi anni fa.

La Gepi, una finanziaria di Stato tentò più volte di curare la conversione in altre attività senza riuscirvi.

La Metallurgica Siciliana

Lungo la via S. Giovanni, precisamente nell’area oggi occupata dal condominio che ospitava l’Agenzia delle Entrate, sorgeva una piccola fonderia impiantata nel secondo dopoguerra dai fratelli Donati che produceva svariati articoli tra cui ferri da stiro, cassette da scarico, fornelli per uso casalingo, griglie per cucine a legna, mensole e forme per calzolai.

                            

Questa, nei primi anni cinquanta, fu rilevata da Giovanni Comandè e segnò un nuovo ciclo per la fonderia. Ribattezzata Metallurgica Siciliana si specializzò nella produzione di ferri da stiro a carbone raggiungendo apprezzabili traguardi facendosi conoscere in diversi paesi del mondo. Tutti gli articoli prodotti nella fonderia venivano creati tramite stampo che veniva riempita da una colata di ghisa liquida resa tale dalle alte temperature dei forni.

                   

                                                 

La Siderurgica Mediterranea

Questa era una tuberia della società per azioni Si.Me (Siderurgica Mediterranie) e, se realizzata, doveva diventare una delle più imponenti realtà industriali dell’isola.  Uno dei fabbricati del complesso doveva essere alto tredici piani, il numero degli operai si sarebbe aggirato intorno a mille unità.
Questo complesso industriale doveva produrre tubi senza saldatura e sarebbe sorto dirimpetto alla vecchia stazione ferroviaria su una grande area sottratta al mare per mezzo di riempimento. Il mega-progetto doveva ricoprire 45.000 metri quadrati con capannoni per la lavorazione di questi tubi. Nel 1958 furono avviati i lavori e furono riempiti i primi tratti di costa quelli che oggi si protendono oltre la linea di costa nel tratto di lungomare posto dirimpetto alla vecchia stazione ferroviaria. Il 12 luglio 1958 venne persino dedicata una manifestazione inaugurale, cui presero parte diverse autorità.
Inspiegabilmente nessuno oggi è in grado di dire le cause che improvvisamente hanno determinato la sospensione dei lavori.


Come doveva essere realizzata:

             


La manifestazione svoltasi il 12 luglio 1958:

Un’altra industria mai realizzata fu quella che avrebbe dovuto fabbricare porcellane in contrada S. Giovanni. Infatti a favore della Società Porcellana Pozzi Milano il consiglio comunale deliberò l’acquisto di 10.000 metri quadri di terreno da cedere alla ditta sopracitata. Alla fine la delibera non venne eseguita.


Tratto dal libro: Storia dell’industria a Milazzo di Massimo Tricamo